Tank You!
Shoot'em Up, © KesieV 2016
Mi è capitato qualche volta di paragonare l'affetto a un titolo in borsa: ci investi, spesso rischi e a volte perdi o incassi.
Continuando questa similitudine, secondo voi dove finiscono gli amici che ti chiamavano ogni pomeriggio per giocare, ti scrivevano dopo le vacanze estive e ascoltavano le tue confidenze quando eri triste una volta che finiscono sul lastrico?
Conosco chi ha valutato che il resto della vita non fosse sufficiente a colmare il debito e ha deciso di togliersi la vita. Conosco chi ha deciso di rifarsi con la truffa ed è diventato uno yes men pieno di ambizioni. Conosco chi si è rifugiato nell'illusione che il caso crudele avesse voluto insegnargli qualcosa ed è sprofondato nel tunnel dell'eterno dubbio di sè.
Scoprii una sera di ritorno a casa, ormai molti anni fa, di essere tra questi ultimi. Sentii nettamente che una parte importante di me aveva deciso che era ora di fare economia d'affetto: nonostante portassi in petto un profondo, seppur acerbo, dolore e lo avessi condiviso con molte persone care, ero da solo, al volante e in lacrime.
Ahimè quello sfortunato momento arrivò a ridosso dell'inizio dell'età adulta e l'aspro cinismo che lo caratterizza diede il via a un grottesco circolo vizioso. Le maschere che zompettano nel teatro della vita sollazzavano il mio nuovo corpulento e viscido senso critico: arrampicatori, bugiardi 'a fin di bene', amici con gli interessi, geni incompresi, maschilisti, idealisti, vincitori a tutti i costi s'agitavano sul palco, quasi per compiacerlo. 'Te l'avevo detto!', mi sussurrava sorridente da dentro la sua cupa nuvola di tabacco.
Nonostante i tanti anni passati insieme non sono mai riuscito a fidarmi davvero di lui. Come potevo? Aveva ragione, certo, perchè predicava l'opposto di ciò che mi aveva ferito. Ma poteva bastare? Ha davvero senso logico? E poi chi era? Come aveva fatto a prendere il controllo? E, sopratutto, perchè era lì? Rispose ai miei dubbi con una risata catarrosa. Masticò qualcosa rumorosamente, mi gettò un'occhiata distratta dai suoi occhi minuscoli e poi scocciato: 'Non crederti speciale, giovanotto.' - disse sistemandosi il mocassino vecchio sui piedi - 'Sono l'unico che pensa a te qui dentro.' Come dargli torto? 'Là dentro' eravamo solo io e lui.
Ma la sua stoccata accese un pensiero: se non sono l'unico ad ospitare qualcun altro, allora chi c'era dentro le altre persone? Conoscevo persone che amavano l'orrore e la paura, credevano nei miraggi e vivevano guidati da decine di sistemi morali troppo diversi tra loro. Se sono così differenti da me e tra loro, quanto saranno diversi i loro ospiti?
Avevo la forte sensazione di aver scoperto che dall'intimo senso di giusto e sbagliato nascesse in tutti, a un certo punto, una persona diversa al loro interno, selvaggia, nascosta, grottesca, imperfetta ma sempre sincera, alla quale prestare attenzione di tanto in tanto. Lui mi ascoltò pulendosi le unghie, ma era apatico di natura e non fece eccezioni neanche questa volta. Non capiva il mio entusiasmo, non capiva perchè mi ostinassi a cercare prove dell'esistenza di un mondo chiaramente inventato di sana pianta e che avevo romanzato per farmelo piacere.
Da quel giorno ho iniziato ad ascoltarvi in silenzio. Lascio fluire ciò che dite, pensate e fate in me, affinchè possa vedervi con i miei occhi. Interpreto i vostri sguardi, le vostre mani e i vostri gesti e, fissandovi, immagino chi vi abita.
A volte lo vedo nella veranda di un ristorante in riva al mare, pieno di sogni. Lo vedo che sputa sul marciapiede, mentre ripete come un disco rotto ciò che realmente conta nella vita dall'alto della sua esperienza. Lo vedo a bordo di una nave scossa dalla tempesta delle opinioni, come un mozzo impaurito rimasto solo sul ponte guidato da un capitano muto.
Non siete voi, mi raccomando, e nemmeno come vi immagino. Non è nemmeno l'opinione che ho di voi o un mio preconcetto materializzato. E' quella persona che intravvedo in voi. A volte è peggiore di come cercate di apparire e vedo nei vostri cambi di tono la mia stessa lotta interna. A volte siete cinici e amari ma, non appena mostrate il fianco, dietro di voi appare una persona migliore. Lascio che ognuno di loro, che siate conoscenti di lunga data o distratti in fondo alla carrozza del mio stesso treno, si unisca al mio altro me stesso, presuntuoso e infastidito, perchè io non possa sentire il suo masticare nervoso.
Ed ora è un costante coro cacofonico di voci contrastanti a tenermi compagnia, che dicono tutto e l'opposto, che ascolto, valuto e uso per sopravvivere. Ogni tanto il mio caro vecchio amico ciccione fa la voce grossa e non posso ignorarlo perchè, tutto sommato, è parte di me prima di tutti gli altri - e mi ritrovo a ciondolare con la faccia scura.
Ma in questo caos, a volte, riesco ancora a sentirvi come succedeva una volta. Può essere una persona che amo, quel tizio conosciuto sul treno o una qualcuno in chat col quale scambio due battute.
Ed a loro dedico questo prezioso grazie, che dà quel goffo titolo a questo gioco: Battle City (1985) - da noi chiamato semplicemente Tank - è un gioco che, in tempi non sospetti, era già uno shooter con ambienti distruggibili, multiplayer e che supportava le mappe create dagli utenti già su NES. Insomma, era il Battlefield dei tempi nostri. Passato e futuro, distruggere e costruire, sè stesso e tutti gli altri: è proprio questa miscela perfetta che ci rende quello che siamo, no?
Inoltre è un gioco suggeritomi proprio da alcune delle persone che devo ringraziare... meglio di così!
Plot!
Our base is under attack, soldier! We've to defend it at all costs! Pilot your tank and destroy everything to defend the precious base! Use UP/DOWN/LEFT/RIGHT for moving and the A BUTTON for shooting. Pick up bonuses, power up your tank and beware: a single shoot to your base and it's game over!
But, wait. There is more! In edit mode you can make your own maps! Use UP/DOWN/LEFT/RIGHT for moving the cursor and the A BUTTON for placing an item. Hold down the B BUTTON for opening the tools panel and use LEFT/RIGHT for selecting an option. From left to right, you can use the rubber for removing a map element, use various terrain types for building your map, place the base, the player and enemies spawnpoints, save a map to share it or load a new one, play it once loaded or quit to the title screen. On the right side of the screen you can decide the enemy tanks order: use UP/DOWN for selecting a sequence entry and LEFT/RIGHT for selecting a tank type - then use the A BUTTON for selecting it.
Wanna play a custom map? I've made this one for you!
Let's play it! Copy the text in the box above to your clipboard, run the game and press DOWN on the title screen for entering into the edit mode. Now hold down the B BUTTON, select the 3rd icon from the right (the one with a floppy and an arrow pointing top left) and release the B BUTTON. Paste your clipboard content in the message box and... ta-da! That's my own map! Now, hold down the B BUTTON, select the 2nd icon from the right (the yellow joystick) and release the B BUTTON to play it. Good luck!
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