PlayStation 3

Il lavoro di cura che sta dietro alla creazione di Uncharted 3 si rivela in tutti gli elementi che lo costituiscono, rendendo questo terzo capitolo della saga un nuovo esempio di equilibrio perfetto. Perche' in Uncharted 3, come nel suo predecessore, il gameplay e la trama si sviluppano sempre in contemporanea dall'inizio alla fine del gioco, arricchendosi reciprocamente e ponendosi uno come il contesto dell'altra (e viceversa) . Perche' le battute dei personaggi durante le sessioni di gioco sono talmente numerose da non ripetersi praticamente mai, battute che continuano a approfondire le caratteristiche caratteriali di tutti i personaggi. Perche' le ambientazioni sono ricchissime di dettagli che migliorano la qualita', di livello gia' altissimo, delle texture . Perche' la resa grafica e' cosi' sorprendente da non poter trovare nessuna differenza tra grafica ingame e cutscene. In sintesi Uncharted 3 e' un'esperienza coinvolgente e appassionante, durante la quale i pochi difetti di animazione dei personaggi e di design dei nemici si sopportano piu' che facilmente.

Esiste un modo tutto particolare per la progettazione di un videogioco, che la Naughty Dog applica quando crea un nuovo Uncharted: non viene creato un contesto narrativo adatto a un gameplay e nemmeno un gameplay attorno a una storia. Entrambe si sviluppano contemporaneamente, sino a fondersi, creando giochi sempre particolari. Uncharted 3 e' un ottimo TPS la quale azione, sebbene facilmente riconducibile a quella dei classici Shooter con coperture alla Gears Of War, e' perfettamente legata con la narrazione cinematografica, riducendo di molto la differenza tra azione e Cutscene. Esteticamente curatissimo, Uncharted 3 alterna, a puzzle molto intelligenti, sparatorie divertenti che richiedono una certa strategia di scelta delle armi e posizione di tiro, risultando alle volte piu' divertenti dell'antagonista Fucile-e-motosega su XBOX360. Dagli spazi aperti ai piccoli dungeon, ogni location delle avventure di Drake gode di texture magnifiche (come, d'altronde, ci aveva abituato il prequel) e l'azione e' accompagnata da musiche d'atmosfera, molte di queste addirittura "fischiettabili" con gusto. La storia raccontata prende a piene mani lo stile di Indiana Jones con ottimi risultati ed, anche se a mio avviso la trama del prequel era leggermente piu' intrigante, tiene incollati al pad sino alla fine (motivo per cui, dalla data di inizio del gioco e quella di questa recensione intercorre un solo giorno). L' unico neo e' il motore usato per gestire il Ragdoll, che muove sostanzialmente i cadaveri dei nemici e (a volte) quello del protagonista. OK... datemi del menoso ma quando esteticamente si raggiunge un livello tecnico cosi' alto, in termini di modelli, texture e animazioni in Motion Capture, perche' dare il "colpo d'occhio" del corpo che si muove in maniera cosi' innaturale e spesso ridicola? Fortunatamente e' quasi impossibile spezzare l'attrattiva che questo gioco ha, rendendola una delle esperienze videoludiche "piu' attese" e uniche del mercato.