PC/Mac

The Binding Of Isaac riprende moltissimi elementi dal primo Zelda per NES, gettando il protagonista in intricati dungeon pieni di misteriosi nemici e bonus alla ricerca del boss locale da far fuori. Ma definirlo cosi' sarebbe riduttivo: questo titolo e' un solido dual-stick shooter con elementi RPG i quali elementi di gioco sono scelti casualmente ad ogni partita, che sia la struttura del dungeon che i nemici ed i bonus - come capita nei giochi roguelike. E, come in ogni buon roguelike, la quantita' di materiale presente nel gioco e' semplicemente impressionante: passera' molto tempo prima di ritrovare lo stesso bonus e la varieta' di nemici, boss e miniboss lascia a bocca aperta. E' un titolo che ha davvero tutte le carte in regola per essere imprescindibile per chiunque ma, volontariamente, Edmund McMullen lo ha reso un gioco di nicchia per due motivi: il primo, piu' evidente, e' dato dalla natura estremamente gore, malinconica e iconoclasta dell'ambientazione, la piu' triste e disturbante cha abbia avuto modo di giocare fino ad ora, ed il secondo e' dato dalla curiosa scelta del bilanciamento della difficolta', altissima all'inizio e che poi tende ad ammorbidirsi continuando a giocare. E' cosi' che nascono quei giochi "da 10 e da 2": si puo' rimanere intrappolati nel desiderio di sfida continua e nella curiosita' di conoscere il mondo perverso ed immenso di The Binding Of Isaac, cosi' "cute" e "gore", o farsi scandalizzare dopo un sorso di "Jesus Juice" raccattato per pura fortuna dopo aver faticato a raggiungere soltanto il primo terzo del gioco. Sicuramente il lavoro dietro questo titolo e' titanico e, un po' per la sua stretta parentela con Zelda e un po' perche' McMullen e' un ottimo game designer di per se (gia' dimostrato da Super Meat Boy), e risulta davvero divertente e appagante: questo mi e' bastato a sfondare la barriera di tristezza costante del quale il gioco e' intriso e di godermi uno dei sogni di ogni fanboy Nintendo - giocare a Zelda per sempre.