Xbox 360

Dopo l'esperienza di Deathsmiles, anche quella di DoDonPachi mi ha ribadito di non essere proprio in grado di affrontare il gameplay di un SHMUP giapponese, incapacita' che non mi permette di valutarne in maniera oggettiva le qualita', ne' di apprezzare le caratteristiche tipiche del genere. Posso quindi immaginare che i miei voti possano risultare del tutto inadeguati. Sicuramente pero' posso dire di aver preferito DoDonPachi a Deathsmiles soprattutto per il suo stile grafico piu' convincente e piu' accattivante.

DoDonPachi rappresenta, per molti fan degli SHMUP, una sorta di pietra miliare. Ovviamente, da bravo ignorante, non conosco i dettagli di questa mitologia e, sebbene abbia "rubato" una copia del gioco ad un potenziale giocatore dagli asian skills, sono riuscito a godermi un po' di sano gameplay arcade. Esteticamente migliore, a mio avviso, rispetto a Deathsmiles - con sprite semi-prerenderizzati imponenti e massicci e luci lampeggianti a tutto spiano, questo DoDonPachi perde in appeal, con una storia incomprensibile fatta di stereotipi di scolarette giapponesi - a mio avviso - fuori contesto. Ma diciamoci la verita'... chi se ne frega di queste cose in uno SHMUP? Proiettili a tonnellate? Ci sono. Diffusore di senso di incapacita'? C'e'. Crediti infiniti per far giocare anche un incapace come me? Si. Anche se ormai il genere richieda delle doti sovraumane per poter essere portato a termine (ricordo che almeno a Truxton un paio di livelli riuscivo a farli), quel suo appeal arcade - con lo schermo piu' alto che largo che tanto da fastidio sullo schermo di casa ma che evoca ricordi perduti, con i suoi misteriosi segreti e quell'ignoranza totale - lo impreziosisce sino a dargli un motivo per essere giocato da un principiante. Vale il prezzo del biglietto ma, per un nostalgico come me, giusto per le sensazioni che da rispetto al divertimento vero e proprio.