Xbox 360

Il tentativo di rinnovare il gameplay della serie non ha evidentemente funzionato. La novita' delle stelle e delle missioni Declassificate, durante le quali vengono aggiunti dei modificatori alla missione standard, avrebbe potuto essere molto piu' positivo se fossero state pensate come un arricchimento della campagna arcade anziche' progettarle nella Campagna principale. Inoltre la struttura dei livelli che ripetono se stessi di continuo e che si susseguono come sorta di arene singole rende il gioco fin troppo frammentario e non riesce a offrire quel ricco contesto narrativo che caratterizzava i capitoli precedenti. Eppure l'idea di base della trama sembrava sulla carta un buonissimo pretesto narrativo. Peccato.

Okay. Non e' il classico "quarto capitolo della trilogia", che ha segnato il momento piu' basso di ogni serie (vedi Halo e Assassin's Creed), ma piuttosto lo "spin-off che sperimenta" ma tra ODST e questo titolo ne passa. Con la sua grafica triste, fiore all'occhiello della serie, il suo gameplay "casualizzato", dove lo snodarsi dei livelli attorno alla trama e' diventato un susseguirsi di arene con tanto di stelline ad indicare le performance, i suoi personaggi scialbi, che solo di rado dicono qualcosa che merita di essere ascoltato, e bug in ogni dove, questo quarto capitolo seppellisce per sempre la serie, del quale poteva rimanere un ottimo ricordo e che invece si chiude in maniera dimenticabile. Persino nei dettagli piu' ovvi si sono persi: le musiche non sono mai state memorabili ma il tema principale e' sparito, cosi' come alcuni tasti base del gioco sono stati misteriosamente cambiati, per la gioia dei veterani. People Can Fly, in soldoni, non e' proprio la Epic ed il motivo per cui questo capitolo sia passato in sordina e' evidente dal primo minuto all'ultimo. Certo, e' comunque un gioco divertente - per carita' - ma fin dal primo capitolo siamo stati abituati a giochi che non si limitano all'indispensabile ma che trasudano una certa cura per i dettagli. Addio Gears.