Game Boy Advance

Kuru Kuru Kururin e' uno dei titoli di lancio del Gameboy Advance in Europa. Lo ricordo nettamente, sullo scaffale, con quella sua scatola colorata. Da li ho sempre avuto il desiderio di giocarlo ma spari' presto dagli scaffali e dai miei ricordi. Ho avuto l'occasione, qualche giorno fa, di poterlo riavere e non ho certo battuto ciglio. Ma e' quel genere di gioco che, forse, era meglio che fosse rimasto nei edulcorati ricordi - nel senso buono. L'aspetto iniziale e' quello di un casual game degno degli smartphone (parliamo del 2001), con la sua grafica semplice e colorata e la sua struttura schematica ma, dal tutorial in poi, la difficolta' e' tutta in salita: Kururin richiede una precisione, dei riflessi e una pazienza sovraumana anche per compiere le azioni piu' semplici. Muoversi in maniera sincronizzata per i labirinti senza che le pale dell'elicottero del protagonista si schiantino da qualche parte richiede una certa abilita' fin da subito ed e' da questo primo istante che si sente la costante sensazione che il peggio debba ancora arrivare, che il gioco, tutto sommato, potrebbe essere pensato per un altro tipo di giocatore (quello che adora farsi fustigare?), che sicuramente questo il prossimo livello sara' l'ultimo prima dei titoli di coda - ed il gioco, a parte per l'ultima parte, non delude mai. Ma Kururin sa bene di essere difficile: i tempi tra una vita e l'altra sono ridottissimi, come vuole il genere trial and error, e le richieste piu' difficili sono spesso facoltative, come quelle di rispettare un dato tempo limite. E' un gioco di altri tempi, dove l'avere solo pochi elementi non faceva altro che stimolare la sadica creativita' dei level designer, che da un lato non vedevano l'ora di mettere in ginocchio la forza di volonta' del giocatore e dall'altro sapevano che la gratificazione sarebbe stata impareggiabile. Un buon gioco, che mi ha ricordato che una volta - nel bene e nel male - i giochi "per tutti" erano da intendersi "per tutti i giocatori".