Playstation Vita

"Non esiste un modo per fare un brutto Uncharted". Questa e' la frase che ho esclamato piu' volte durante questo L'Abisso d'Oro. Perche' per quanto si siano impegnati a rendere piu' blande le sparatorie, piu' antipatici i personaggi, piu' causal e spezzettato il gameplay, meno eccitanti le corse e le scalate, meno vari i paesaggi, meno coinvolgente la trama e meno epiche le musiche, la qualita' dell'estetica, la plausibilita' cinematografica data ai personaggi con piccole frasi sparpagliate nel gameplay, la semplicita' del sistema di combattimento e quel senso "indianajonesiano" di non sapere cosa accade dopo e' riuscito a trasparire e a concretizzarsi in un gioco dopo tutto godibile. Certo, non credo che Bend Studio si sia mossa a caso ed abbia azzeccato qualcosa, dato che l'adattamento a portatile del gioco casalingo - tutta di tasca loro - e' stato fatto in maniera piu' che egregia, ma e' innegabile che quello che manca a questo titolo non e' certo dato da un limite tecnico - nulla che non si possa rimediare con un seguito.