Prendiamo, per esempio, Donkey Kong.

Donkey Kong (1981) è il primo gioco col quale il famoso idraulico d'ispirazione italiana Mario raggiunge il nostro pianeta azzurro. Nel suo gioco impersona un eroico carpentiere che si prodiga per salvare la sua amata dalle grinfie del suo enorme e peloso rapitore, lo scimmione Donkey Kong, correndo, saltando e martellando i suoi nemici per 4 ambientazioni piene di insidie. Il gioco fu così apprezzato da elevare il suo protagonista al ruolo di mascotte per Nintendo, trovando poi posto in oltre 200 videogiochi e trasformandolo in leggenda, riuscendo a tenere i fan in trepidante attesa di un nuovo titolo (Super Mario Odyssey) persino 36 anni dopo.

Come accadeva per buona parte delle mascotte degli anni '80, Mario, negli anni, non si è limitato al suo lavoro di salvatore di damigelle in pericolo e carpentiere part-time. Grazie all'aiuto del fratello Luigi si è impegnato nella pulizia delle fogne di New York City, la demolizione, la ricerca medica, lo sport, il ballo e altro ancora.
Per lo più oggi lo ricordiamo per il suo lavoro di salvatore di mondi e idraulico part-time, lavoro che si è distinto tra gli altri per il suo essere molto più divertente e lucroso - specie per Nintendo.

I videogiocatori di oggi, abituati a eroi narrativamente coerenti, altamente specializzati nel loro campo e professionisti a tempo indeterminato, ridono di come una figura leggendaria come Mario sia stata così commercialmente spremuta da arrivare a farlo letteralmente ballare davanti al proprio pubblico affinchè gli infili qualche dollaro nella salopette.
Eppure, nel 2017, è possibile dire che a molte persone sono piaciuti giochi di Mario: Donkey Kong ha gettato le basi del genere platformer, Super Mario Bros. riesce a vendere ancora oggi e persino Dr. Mario è riuscito a sopravvivere la prova del tempo contro con il re incontrastato dei puzzle game da viaggio - Tetris.

Di chi è il merito, quindi, del successo dei giochi di Mario? I più illuminati di voi non faticheranno a darsi una risposta: Nintendo si è sempre distinta per quella sua attenzione nel game design e la sua forte tendenza a innovare le meccaniche piuttosto che le tecniche. Come si dice all'uscita di ogni nuova console Nintendo (e come si è detto a quella dello stesso Nintendo Switch), Nintendo punta al divertimento e non alle prove di forza.
Constazione innocente che oggi, nell'era del frame rate e del full-HD, suona più come una critica.

Ma è tutto quì? La controversa storia di Super Mario Bros. 2 (1987) sembrerebbe dire di no: lanciato solo in occidente, questo episodio di Mario non era altro che un promo game prodotto da Fuji TV nello stesso anno chiamato Yume Kojo: Doki Doki Panic - con qualche ritocchino di grafico per renderlo più Mario. Risultato? Il titolo ha venduto dieci milioni di copie, diventando il terzo gioco più venduto su NES e alcune sue meccaniche di gioco sono addirittura entrate a far parte del mondo ufficiale di Mario.

Ho un sospetto.

Nintendo ha come obiettivo aziendale l'innovazione dei modi di giocare, che siano piccole o grandi meccaniche di gameplay o le periferiche per farlo, e in Mario ha trovato quella figura poliedrica nella quale incarnarsi davanti al pubblico.
Mario non è plausibile nè come eroe, nè come sportivo e nemmeno come ballerino. E probabilmente, ad una festa, un pancione di mezza età in salopette e con i baffi all'insù difficilmente potrebbe rappresentare il divertimento - specie oggi. Ma, per il giocatore, rappresenta uno che ci prova, nonostante sia chiaramente fuori posto in ogni contesto, e che cerca, ad ogni costo, di divertirsi. E' in questa empatia triangolare tra obiettivi aziendali, intento del giocatore e figura di Mario che si è stimolati alla ricerca del buono nonostante tutto e concedendo ad un Doki Doki Panic forse troppo giapponese l'opportunità di trovare un posto nel cuore persino in occidente.

Plot!

Paolo is back, and is back for more pizza! Run, jump and get your pizza fast as you can! Use LEFT/RIGHT for running, UP/DOWN for climbing the ladders and the A BUTTON for jumping.

PS: a year later I've added some sound effects and a new cheat mode to this game, leaving everything else untouched. I noticed that I've implemented the whole first round of the original game when, in Super Paolo Rossi, I've added just few stripped down versions of the first stages. The Super Mario Bros. mechanics are even more complex than a Donkey Kong stage logic, despite it involves new game elements!

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